I relatori sono stati padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, e il prof. Paolo Mauriello, Vice Preside della Facoltà Pentecostale di Scienze religiose di Bellizzi (Sa).
All’apertura dei lavori ha partecipato con il suo saluto S. E. mons. Francesco Cacucci arcivescovo metropolita di Bari-Bitonto.
Erano presenti anche Filippo D’Alessandro delegato regione Puglia in ambito ecumenico del Rinnovamento nello Spirito, Gianni Caito pastore Senior della Chiesa evangelica Bethel e altri rappresentanti di comunità carismatiche cattoliche e chiese evangeliche pentecostali.
Incontrarsi fraternamente per pregare insieme e cercare di comprendere quello che lo Spirito Santo desidera dire alle Chiese è lo scopo della Consultazione Carismatica Italiana che si riunisce due volte all’anno tra Bari e Caserta.
Avviando i lavori, il prof. Matteo Calisi ha fatto un excursus del percorso ecumenico compiuto con i fratelli pentecostali dai primi anni 80’ fino ad oggi. Il Pastore Traettino ha condiviso con tutti i presenti la commovente esperienza spirituale che lo ha spinto nel 1992 nello stadio San Nicola a compiere il gesto epocale di lavare i piedi ad un sacerdote francescano chiedendo perdono per le incomprensioni storiche tra pentecostali e cattolici.
Inoltre il Pastore Traettino si è soffermato nel riflettere di come la comunione intima con Cristo ci introduce alla comunione con il Corpo di Cristo, ossia con tutti i credenti. Questa comunione contemporaneamente verticale e orizzontale si realizza per mezzo dello Spirito Santo. Si può dire pertanto che la “Comunione” ci precede. Noi credenti non possiamo creare dal nulla la “comunione”. Noi credenti possiamo solo attingere dalla Comunione eterna che c’è tra le Tre Persone della Trinità. La Comunione Trinitaria si comunica ai credenti per mezzo dello Spirito Santo.
Padre Raniero Cantalamessa ha spiegato con figure geometriche l’evoluzione della ecclesiologia cattolica, progressivamente sempre più ecumenica. Prima del Concilio Vaticano II, la Chiesa concepiva se stessa come una Piramide gerarchica che aveva come base il popolo dei credenti e come vertice il Sommo Pontefice.
Dopo il Concilio Vaticano II nasce l’immagine della sfera che rievoca il primato dell’amore e della comunione (che ha Cristo come centro) verso cui deve convergere il servizio reso dalla gerarchia e dai ministeri istituiti. Giovanni Paolo II nella LETTERA APOSTOLICA NOVO MILLENNIO INEUNTE dice esplicitamente che “la comunione (koinonìa) incarna e manifesta l'essenza stessa del mistero della Chiesa” (par. 42). Inoltre afferma: “Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione: ecco la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia…………………..” (par.43).
Con Papa Francesco si è passati al Poliedro, figura composta da numerose facce di un’unica unità geometrica. Padre Raniero ha spiegato che questa figura geometrica è sintesi e superamento del decreto sull’ecumenismo “Unitatis Redintegratio” (1964 - decreto del Concilio Vaticano II). Il decreto riconosce la presenza dello Spirito Santo e dei carismi nelle altre Chiese. Papa Francesco va oltre affermando che le altre Chiese sono esse stesse dei carismi. Il Papa intende pertanto corretto considerare le altre Chiese come espressioni diverse di una multiforme grazia di Dio (1Pietro, 4,10).
Padre Raniero ha domandato ai presenti: fino a che punto però si può considerare una comunità come una faccia del poliedro e non una scheggia impazzita (setta…)?
Egli stesso ha risposto invocando il principio della “gerarchia delle Verità” contenuto nella Unitatis Redintegratio. Per essere cristiani bisogna credere nel mistero trinitario, nella Signoria e divinità di Cristo, nel battesimo e nella speranza della vita eterna (Efesini 4, 4-5).
Padre Raniero conclude la sua relazione domandando a tutti i presenti: posso io, come cattolico, sentirmi più legato ad altri cattolici che non si interessano di Cristo che non a cristiani di altre confessioni che amano Cristo e possiedono i doni dello Spirito?
Il prof. Mauriello nella sua relazione, citando il card. Suenens, ricorda ai presenti che l’Ecumenismo non è questione di negoziati e di accordi diplomatici quanto piuttosto di rinnovamento interiore. Le Chiese infatti si avvicinano le une alle altre nella misura in cui accettano di essere rinnovate.
Ha continuato spiegando ai presenti che una delle principali ragioni della riluttanza delle Chiese pentecostali tradizionali all’ecumenismo è costituita dalle persecuzioni avvenute durante il periodo fascista. La richiesta di perdono che Papa Francesco ha rivolto ai pentecostali durante la visita a Caserta presso la Chiesa della Riconciliazione nel 2014 ha aperto le porte del dialogo. Tuttavia il professore sottolinea che il cammino è soltanto agli inizi e che non sarà facile vincere le resistenze culturali e psicologiche di cattolici ed evangelici che vedono nell’ecumenismo un pericoloso annacquamento della loro fede. Da parte pentecostale, una resistenza psicologica e culturale è data dal timore del proselitismo cattolico. I pentecostali vedono i cattolici come credenti che pongono al centro della loro fede la dottrina e la tradizione a discapito di un’esperienza viva di Cristo. Poiché la missione senza Cristo al centro, diventa proselitismo, essi temono che le gerarchie ecclesiastiche utilizzino il pretesto dell’ecumenismo per riassorbire nella Chiesa cattolica i credenti di altre chiese. Tuttavia la professione di fede cristocentrica di Papa Francesco e del rinnovamento carismatico cattolico pone basi buone per l’abbattimento di tali resistenze.