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Le origini del Rinnovamento Carismatico 1parte

"La nuova Pentecoste, o meglio, il risveglio carismatico, come fenomeno di massa, per il rinnovamento della chiesa nel clima di Pentecoste, nacque in America, e fuori della Chiesa cattolica. [...]

Perchè fuori della Chiesa Cattolica?
A questa domanda possiamo solo rispondere dicendo che le vie del Signore sono misteriose e imperscrutabili."[1]

Lo Spirito è libero e spira dove vuole (Gv 3,8)!

Il Rinnovamento nello Spirito Santo (che non a caso veniva originariamente - tra l'altro - chiamato "neo-pentecostalismo cattolico") ha in effetti le sue radici storiche nel pentecostalismo classico protestante e nel neo-pentecostalismo di matrice specialmente statunitense, con cui ci sono un buon numero di punti in comune, come anche profonde differenze. Dunque, pur intendendo soffermarci maggiormente sul movimento carismatico cattolico, non possiamo però non fare un cenno al pentecostalismo di origine e ispirazione protestante.

Chi però, da un punto di vista cattolico, cerca di leggere gli straordinari avvenimenti che hanno segnato la nascita del movimento pentecostale, non può non ricordare dapprima la figura della beata lucchese Elena Guerra (1835-1914), maestra di S. Gemma Galgani, fondatrice (1882) della Congregazione religiosa delle "Suore Oblate dello Spirito Santo", chiamata "l'apostola dello Spirito Santo" e "la donna della Pentecoste e del Cenacolo", che non a caso fu la prima persona beatificata da Giovanni XXIII.

FINE XIX SECOLO

"Il mistero della Pentecoste è un mistero permanente; lo Spirito seguita a venire in tutte le anime che davvero lo desiderano", B. Elena Guerra

La vita di Elena Guerra è un vero canto allo Spirito Santo.
beata2 3e9c7Sin dall'infanzia, senza che nessuno la guidasse, e poi progressivamente crescendo negli anni, capiva sempre più che lo Spirito Santo, del quale Cristo ci ha detto: "Egli vi guiderà alla verità tutta intera" (Gv 16,13), doveva essere da lei invocato e fatto invocare: «Lo Spirito Santo vuole continuare in noi quell'opera di amore che incominciò nel Cenacolo». E ancora: «... il Cuore di Gesù, finché visse sulla terra dispensò doni preziosi ed innumerevoli benedizioni, ma il Dono dei Doni, la benedizione più feconda di effetti salutari, ce la mandò dal cielo, e questa è il suo Divino Eterno Amore, lo Spirito Santo, che è quel legame che congiunge al Cuore di Gesù il cuore dei fedeli, (...) è la virtù misteriosa con cui Gesù, il Maestro, guarisce le miserie umane e consola le tristezze dell'uomo».
Il Cristo, la Chiesa, la propria stessa chiamata sono lette in questa chiave: «L'incarnazione è opera del Divino Amore, l'immolazione di Gesù sul Calvario è opera del Divino Amore, l'istituzione dell'adorabile Eucarestia (chi può dubitarne?) è opera del Divino Amore».

Suor Elena diviene così il profeta che vuole provocare «il ritorno allo Spirito Santo», perché constata, con la tristezza propria dei santi, che «i cattolici moderni» hanno dimenticato lo Spirito Santo: nessuno lo conosce, lo ama, lo prega, nessuno più ne parla. Neppure i predicatori, che dovrebbero contribuire alla formazione delle coscienze cristiane: «Ah, lo preghiamo poco, e poco lo conosciamo l'Eterno Sostanziale Amore di Dio! I primi cristiani facevano prodigi di fortezza perché risentivano più che noi i divini ardori del Cenacolo!». L'annuncio coraggioso del Vangelo, la conquista spirituale del mondo romano: un'unica azione dirompente, frutto del clima ardente della Pentecoste, frutto di Colui che «rinnova la faccia della terra».
Elena non esita ad indicare come sorgente di rinnovamento alla Chiesa del suo tempo (ed alla Chiesa di ogni tempo) la riscoperta ed il ritorno a Colui che silenziosamente dirige i fedeli nella storia, nel nome di Cristo; a Colui che «dal nulla ci ha chiamati all'esistenza» e nel quale «viviamo, ci muoviamo e siamo»; a Colui che in definitiva «fa i santi». Diceva tra l'altro: «Se il clero coltivasse nelle anime la devozione allo Spirito Santo, se il mondo si ravvivasse in questa devozione, un'ondata di grazia potrebbe rinnovare i prodigi del Cenacolo di Gerusalemme, nell'efficacia dell'apostolato tra gl'infedeli, gli eretici, gli erranti!».
Ma Elena Guerra vede nella sua Chiesa l'oblio dell'Amore Spirito Santo e coglie la freddezza nel cuore dei fratelli: «L'Amore non è conosciuto, l'Amore non è amato, l'Amore è disprezzato!». Profondamente rattristata al pensiero che la maggior parte dei cristiani trascura la devozione allo Spirito Santo, avverte l'esigenza di pubblicare articoli per sensibilizzare l'opinione pubblica, ricondurre tutti i fedeli verso la conoscenza e l'amore per lo Spirito Santo e invitare i cattolici a pregarlo perché la fede fosse conservata e propagata; fin dal 1865 diffonde una pagella dal titolo "Pia Unione di preghiere allo Spirito Santo" per ottenere la conversione degl'increduli e, l'anno successivo, diffonde la pratica della novena di Pentecoste, tra l'Ascensione e la Pentecoste, a proposito della quale scriveva: «La solennità di Pentecoste (...) è il vero rinnovamento, poiché lo Spirito che visibilmente discese sulla Chiesa nascente, continua a discendere invisibilmente sui fedeli».
Personalmente sempre docilissima alle ispirazioni della grazia, raccomanda alle «Suore Oblate dello Spirito Santo», fondate a Lucca nel 1882, di essere «anime in ascolto sempre docili ad ogni soffio della Grazia» e scrive nelle regole dell'Istituto: «Le suore lascino allo Spirito Santo la direzione del pensiero e delle opere e opereranno la loro santificazione».
Per attirare l'attenzione dei fedeli sulla necessità della devozione al divino Paraclito escogita sempre nuove forme di apostolato e nuovi scritti. Nel 1889 scrive e fa stampare la novena intitolata "Nuovo Cenacolo" per suscitare "un generale ritorno dei fedeli allo Spirito Santo". Molti l'accolgono con gioia, ma non passano ai fatti.

Suor Elena pensa allora di indirizzarsi direttamente a papa Leone XIII, chiedendogli «di riaccendere in questo freddo mondo il Divin Fuoco dello Spirito Santo», di «aprire ai fedeli un nuovo Cenacolo, unendoli in una preghiera unanime e universale allo Spirito Santo» e di indurre tutti i vescovi della Chiesa a raccomandare ai parroci di preparare i fedeli alla festa di Pentecoste con una novena, possibilmente predicata. Il suo desiderio è esaudito. Il 5 giugno 1895 il papa, che non per nulla è anche ricordato come «il Papa dello Spirito Santo», manda ai vescovi di tutto il mondo il Breve "Provida Matris Charitate" per raccomandare a tutti i cattolici la novena allo Spirito Santo, in preparazione alla festa di Pentecoste.
Traboccante di gioia, la beata scrive in questa occasione il manuale intitolato "Ossequi e preghiere allo Spirito Santo".

Questo primo successo a gloria dello Spirito Santo, Suor Elena lo aveva ottenuto a costo di molte preghiere e con l'offerta di tanti dolori. Non rimase tuttavia soddisfatta del modo con cui i cattolici corrisposero allo spirito di quella esortazione. Tutto era finito con la novena di Pentecoste.

Istituì allora l'associazione del "Cenacolo Permanente", gruppi di preghiera composti di sette persone che si radunavano per pregare, in un giorno assegnato, lo Spirito Santo impegnandosi a diffonderne la devozione: «Oh se il "Vieni Santo Spirito" che dal Cenacolo in poi la Chiesa non ha mai smesso di ripetere, potesse divenire popolarre come l'Ave Maria!».
Nel 1896, in una delle dodici (!) lettere indirizzatigli, suggerì al papa di rendere concreto l'impegno del Breve emanato: «Padre Santo, fate presto a chiamare nel Cenacolo i fedeli...». Anche questa volta il suo desiderio fu esaudito perché con l'enciclica "Divinum Illud Munus" del 9 maggio 1897, una vera "summa theologica" sullo Spirito Santo, il papa ne raccomandò esplicitamente a tutti i fedeli la devozione. Cinque mesi più tardi ricevette in udienza privata l'ispiratrice di quei suoi documenti.

Poichè però il clero poco sembrava interessarsi a quanto il papa nella sua enciclica aveva raccomandato, gli scrisse un'altra lettera perché richiamasse vescovi e fedeli al dovere di mettere in pratica le sue esortazioni ed egli la esaudì nuovamente mandando ai vescovi, in data 18 aprile 1902, la lettera "Ad fovendum in Christiano populo" in cui ricordava loro che la novena di Pentecoste, con la speciale intenzione del ritorno all'unità di tutti i credenti, doveva essere obbligatoriamente celebrata tutti gli anni. A conclusione di questo nuovo successo la beata annotò nel suo Diario: "Mio Dio, fate che il santo Padre sia davvero ubbidito!"..

Dietro suggerimento di Suor Elena, papa Leone XIII decise anche di dedicare il secolo nascente allo Spirito e lo fece cantando solennemente, il 1 gennaio 1901, a nome della Chiesa intera, l'inno del "Veni Creator Spiritus".
Lo stesso giorno, dalla parte opposta del globo terrestre, a Topeka nel Kansas (USA), accadde un fatto che segnò l'inizio di uno dei fenomeni religiosi più importanti del secolo XX e che si configurò sin dai primi momenti come una grande riscoperta della potenza dei doni dello Spirito, destinata a estendersi rapidamente a tutti gli Stati Uniti e al mondo intero: il pentecostalismo[2].

Certamente, se osserviamo il rigoglio di movimenti carismatici e di chiese pentecostali che, proprio a partire dal 1901 si sono diffusi nel mondo come autentica risposta dell'unico Spirito alle preghiere dei papi per il rinnovamento spirituale di questo nuovo secolo, non possiamo non constatare come la voce di Leone XIII abbia veramente "bucato il cielo".

1901

 

 

 

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A Topeka (Kansas, USA), al n° 3717 della 17a strada, all'incrocio con l'attuale Stone Avenue (dove ora sorge la chiesa del Cuore Immacolato di Maria), sorgeva all'inizio del secolo scorso una imponente casa di trenta stanze distribuite su tre piani. Costruita negli anni '80 del XIX secolo da Erastus Stone, questa grande casa era stata sarcasticamente soprannominata The Stone's Folly (la Follia di Stone) dopo che il suo costruttore si era reso conto che non porteva permettersi di abitarvi ed aveva fatto bancarotta.

The Stone's Folly a Topeka, Kansas (USA)

Nel settembre del 1900 un giovane pastore di origine caucasica, il rev. Charles Fox Parham (1873-1929),

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metodista della corrente "holiness", si stabilì con una quarantina di suoi allievi nell'edificio, ormai abbandonato, ove aprì un collegio e una scuola biblica, la "Bethel Bible School".

Leggendo gli Atti degli Apostoli, Parham si rese conto della scarsa efficacia del suo ministero in confronto a ciò che accadeva nella Chiesa dei tempi apostolici. Deluso della sua condizione spirituale, l'allora ventottenne pastore intuì che solo una "vita più profonda in Cristo", una vera rinascita e una riscoperta dei doni dello Spirito avrebbero potuto vivificare il suo ministero.
Per questa ragione intraprese, insieme ai suoi allievi, uno studio metodico del Nuovo Testamento con l'obiettivo dichiarato di scoprire se fosse esistito uno specifico elemento comune a tutti coloro che, nei tempi apostolici, avevano ricevuto "il battesimo dello Spirito". Questa unzione speciale dello Spirito - manifestatasi per la prima volta il giorno di Pentecoste nel Cenacolo - parve loro infatti la causa immediata della straordinaria potenza della predicazione e della testimonianza dei primi cristiani che leggiamo negli Atti.
La preghiera e lo studio della piccola comunità di giovani che si radunava nella "Bethel Bible School" si concentrò quindi sull'esperienza della Pentecoste e sul battesimo nello Spirito Santo promesso da Gesù.

Nel mese di dicembre 1900, dovendosi assentare per qualche giorno per un viaggio, Parham assegnò ai suoi allievi, come programma di studio, la ricerca, nel libro degli Atti, di un eventuale "comune denominatore" a tutte le esperienze di "battesimo dello Spirito Santo" citate: qual era il segno che si era stati davvero battezzati nello Spirito?
Come risultato di una meticolosa analisi sinottica dei passaggi in questione, i suoi allievi giunsero alla conclusione che vi era stata una stretta corrispondenza tra la discesa dello Spirito Santo e il fenomeno, fisicamente evidente, del "parlare in lingue" sconosciute (cfr. At 2,1-2; 10,44-48; 19,1-7). Tornato tre giorni dopo, anche Parham si convinse così che il solo segno certo indicato dalla Bibbia, la sola reale evidenza biblica riguardo a questa profonda esperienza religiosa, fosse il "parlare in altre lingue"[3].
Decisi a "testare" la validità del racconto biblico anche per i tempi moderni, la più alta delle tre torri della casa fu destinata a "torre della preghiera" e lì ebbe inizio una veglia di preghiera incessante e ininterrotta. Ventiquattro ore al giorni, sette giorni su sette, questi giovani chiedevano al Signore che mandasse il suo Santo Spirito su di loro, ed elargisse loro gli stessi doni che gli apostoli avevano ricevuto nel Cenacolo.
Ecco realizzato uno dei "cenacoli permanenti" che Elena Guerra ardentemente desiderava.
Il 1 gennaio 1901, tra le 7 e le 11 di sera, nel corso di una prolungata veglia di preghiera, una giovane studentessa, Agnes N. Ozman (1870-1937) - qui ritratta in età avanzata -

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ricordò come nei passi studiati il battesimo dello Spirito fosse sempre stato ricevuto in seguito ad una preghiera "tramite imposizione delle mani". Avvertì quindi la mozione interiore di chiedere al pastore di imporle le mani come si legge in Atti 2 e di pregare per lei affinchè ricevesse il battesimo nello Spirito. Dopo un momento di esitazione, il pastore acconsentì.

Subito dopo Agnes provò una sensazione intensissima di trasformazione interiore e iniziò a parlare in una lingua sconosciuta: "in quel momento mi sentii come travolta da un fiume in piena, e come se un fuoco ardesse in tutta la persona, mentre parole strane di una lingua che non avevo mai studiata mi venivano spontanee sulle labbra e mi riempivano l'anima di una gioia indescrivibile ... era come se fiumi di acqua viva zampillassero dal mio essere più profondo" (cfr. Gv 7,38-39).
Successivamente tutto il gruppo, compreso il rev. Parham, fece la stessa esperienza, chiamata "battesimo nello Spirito", con manifestazioni analoghe a quelle del giorno di Pentecoste e con evidenti segni di rinnovamento spirituale.

La notizia fece ben presto il giro dell'America.
Abbandonata Topeka, Parham fondò un movimento chiamato "Apostolic Faith" ("Fede Apostolica") e iniziò con alcuni dei suoi studenti un "revival tour" nel Midwest statunitense per promuovere questa sua nuova esaltante esperienza. Nonostante l'opposizione delle chiese protestanti tradizionali, si calcola che entro il 1907 circa 13.000 persone abbiano accolto il messaggio "pentecostale" di Parham.

Alcuni membri dell'"Apostolic Faith Group" fondato da
Charles Parham (terzo da destra)

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Questi avvenimenti sono generalmente considerati come l'inizio del pentecostalismo[4].

 

Note

[1] Così P. Serafino Falvo iniziava a raccontare la storia della nascita del Rinnovamento nel suo ormai celebre testo "L'ora dello Spirito Santo. L'aurora di un Rinnovamento Carismatico nella Chiesa Cattolica" (Ed. Paoline, Roma 1973).

[2] Secondo la ricostruzione di Massimo Introvigne (Id., La scelta pentecostale, ElleDiCi, Leumann (TO) 1996), il PENTECOSTALISMO protestante rappreserebbe una quarta forma di protestantesimo dopo:

Il primo protestantesimo, costituito dalle comunità nate dalla Riforma nel corso del XVI secolo: luterani, calvinisti presbiteriani e - per alcuni aspetti - anglicani episcopaliani.
Il secondo protestantesimo, costituito dai movimento di "risveglio" (revival), che, insistono sull'incontro con Gesù Cristo come "esperienza" personale, che deve spingere all'attività missionaria: ad essi appartengono, in particolare, i metodisti fondati da John Wesley (1703-1791) e i battisti.
Il terzo protestantesimo, costituito dai movimenti che consideravano troppo fredde e istituzionali le comunità nate dal "risveglio" nel corso del XVIII secolo: nascono così alla fine del XIX secolo i movimenti di "santità" (holiness), le correnti perfezioniste (caratterizzate dalla ricerca di una "perfezione" (holiness) da conseguire qui in terra) e, in opposizione al "liberalismo teologico e morale" delle correnti protestanti più antiche, il "fondamentalismo".
Il quarto protestantesimo, cioè appunto il pentecostalismo o corrente carismatico-pentecostale: secondo molte stime sarebbe divenuto alla fine del XX secolo, con oltre 200 milioni di pentecostali "denominazionali", la più grande "famiglia" protestante al mondo.
In Italia sono generalmente note le "Assemblies of God" ("Assemblee di Dio") che sono state importate da immigrati dagli Stati Uniti.

[3] Come dono che si esercita comunitariamente, il "dono delle lingue" o "canto in lingue" è una forma di giubilo attraverso cui il cuore si apre alla lode spontanea, non mediata dalle parole, e alla preghiera carismatica. Il "dono delle lingue", come tanti altri doni profetici, può essere una conseguenza della preghiera per una nuova "Effusione dello Spirito" o "battesimo nello Spirito". È tuttavia azzardato affermare, come sostenuto da Parham e ancora oggi da alcune denominazioni pentecostali, che la mancanza della manifestazione del "canto in lingue" denoti l'inefficacia della preghiera di effusione.
Il carisma delle lingue potrebbe essere concesso da Dio durante la preghiera di effusione, o subito dopo, o anche con notevole ritardo; ma a volte qualcuno può anche non sperimentare mai questo carisma. La concessione di questo dono rimane una libera iniziativa dello Spirito, che noi invochiamo, ma di cui non ci è dato condizionare i tempi e i modi. Relativamente ai carismi è inoltre sempre bene tenere presente che a ciascuno è data "una particolare manifestazione dello Spirito" (1 Cor 12, 4). Facendo parte dei doni di grazia che provengono da canali straordinari e non da quelli ordinari, cioè sacramentali, il canto in lingue potrebbe dunque anche non caratterizzare la vita spirituale di un cristiano.

[4] Vista l'importanza dei fatti di Topeka, si è preferito riportare integralmente l'estratto del famoso testo diJohn L. Sherrill - un classico della tradizione pentecostale - "They Speak With Other Tongues" ( A Spire Book, p. 38 - Edizione italiana: Essi parlano in altre lingue - Edizioni Uomini Nuovi, Marchirolo (VA) relativo a quest'episodio:
"Study every account in Acts where the baptism of the Spirit is received," he charged them, "and find out whether there was a common denominator." Returning three days later, he found his school buzzing with excitement, for "on five occasions where the Holy Ghost was received," he was told, "it was followed by the phenomenon of speaking in tongues. Could this perhaps be what we're looking for?" A methodical comparison of the texts showed that there had indeed been a connection between the Holy Spirit and tongues, and in order to test its validity in modern times, they decided upon a marathon prayer session. Beginning at daybreak the following morning, they sent up prayers for the outpouring of the Holy Spirit. The morning passed, and so did the afternoon, yet the Spirit did not come. Early that evening, at about 7:00, one of the students, Agnes N. Ozman remembered something important.
"Wasn't it true that many of the baptisms described in Acts were accompanied by an action, as well as prayer? Didn't the person offering the prayer often put his hands on the one who wished to receive the baptism? In the Bible she found the reference she remembered. There it was: at Samaria, at Damascus, at Ephesus, always the word 'hands.' 'Putting his hands on him.''Then laid they their hands on them.'
"Miss Ozman went to find Charles Parham and told him about her new thought.
"'Would you pray for me this way?' she asked.
"Parham hesitated just long enough to utter a short prayer about the rightness of what they were doing. Then, gently he placed his two hands on Miss Ozman's head. Immediately, quietly, there came from her lips a flow of syllables which neither of them could understand.
"The Pentecostals look back on this hour - 7:00 p.m, New Year's Eve, 1900, as one of the key dates in their history. They point to it as the first time since the days of the early church that the baptism of the Holy Spirit had been sought, where speaking in tongues was expected as the initial evidence."