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Guarigione e Imposizione delle mani

Giuseppe Bentivegna S.J.

GUARIGIONE E IMPOSIZIONE DELLE MANI

L'Imposizione delle mani (IDM) nella vita della Chiesa è stato considerato come un gesto carico di significato, di efficacia spirituale e talvolta anche di guarigione fisica. È stato praticato sia dai chierici che dai laici. Solo quando è connesso con l'amministrazione dei sacramenti è riservato alla persona che celebra il rito.

Ci potrà riuscire di grande utilità l’insegnamento che su questo tema ci è stato trasmesso attraverso le testimonianze dei Padri della Chiesa. Ne riporto alcune tra le più significative.

1. S.IRENEO DI LIONE (†ca200) parla dell'IDM come di un gesto a cui si ricorreva spesso nelle comunità dei credenti. Egli afferma che, oltre a quelli che hanno il dono di espellere gli spiriti immondi, "si danno alcune persone che curano coloro che sono afflitti da malattie con la imposizione delle mani e li restituiscono guariti alla comunità” (Adversus Haereses 2,32,4)". 

2. S.IPPOLITO ROMANO (†235) ci fa sapere che l'IDM era quasi prescritta per le persone che preparavano i battezzandi: "L'istruttore, finita la preghiera - sia egli chierico oppure LAICO - faccia l'imposizione della mano sui catecumeni e li dimetta" (La Tradizione apostolica 19, SC 11bis,76). 

3.TERTULLIANO (†ca220) attesta con grande chiarezza che l'imposizione delle mani per guarire ed espellere gli influssi degli spiriti maligni era una pratica che si estendeva ad ogni cristiano: "Si porti qui una persona di cui consta che è tormentata da un demonio. Se da un cristiano qualsiasi (a quolibet christiano) a tale spirito viene ordinato di parlare, egli confesserà di essere un demonio, mentre altrove si faceva ritenere falsamente come dio" (Apologeticus 23,4,PL 1,472). 

4.ORIGENE (†254) riferisce che quando il demonio, anche in seguito alle preghiere e ai digiuni, continuava a rimanere nel corpo della persona posseduta, alcuni credenti ricorrevano "all'imposizione della mano; gesto in virtù del quale si esercitava un potere più veemente sugli spiriti immondi" (Origene, In librum Iesu Nave, hom.24,1). 

5. S.ILARIO DI POITIERS (†367) Loda il Signore perché, dopo che Cristo è stato predicato, "tutti i ministeri con cui il diavolo atterriva gli uomini sono rimasti sconvolti"; i credenti "con una sola parola valgono a tormentare, dilaniare, arrestare, punire, scacciare potenze invisibili e incomprensibili" con le quali il maligno si insinua nella natura."Basta che uno di noi credenti imponga le sue mani per suscitare grida di dolore nelle persone possedute da quegli esseri diabolici che finché venivano adorati apparivano muti" (In Psalmum 64,10, PL 9,419). 

6.S.AMBROGIO (†397) ritiene ovvia nella Chiesa la presenza di persone alle quali sia stato concesso il dono delle guarigioni da praticare con l'imposizione delle mani. Ricorda però a quanti hanno ricevuto questo dono che, quando impongono le mani, devono guardarsi dal pensare (come facevano i Novaziani) che la guarigione dipendeva da un potere particolare della loro persona, dimenticando che tutto dipende da un intervento gratuito e imprevedibile del Signore, il quale ci lasciò detto: Nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti, e se avranno bevuto qualcosa di mortifero, non ne riceveranno alcun nocumento, imporranno le mani sugli ammalati e questi guariranno (Mc 16,17-18). "Diede loro tutte queste grazie; ma in tutte queste facoltà, niente proviene da un potere proprio dell'uomo; in esse è in azione la grazia del dono divino". (De Paenitentia 1,36). 

7.PAOLINO DIACONO ci fa sapere che, mentre si trovava a Firenze, S.Ambrogio "con lunghe preghiere e in virtù dei suoi comandi, accompagnati dalla imposizione delle mani liberò moltissime persone dallo spirito immondo" (PL 14,39.45). 

8. S.AGOSTINO (†430) tratta dell'imposizione delle mani come di un gesto che nella vita della Chiesa veniva usato in varie circostanze sia dai successori degli Apostoli sia dai semplici fedeli. L'IDM in ogni caso è da identificare, egli insegna, con una preghiera rivolta al Signore per ottenere qualcosa che contribuisce alla nostra santificazione. "L'imposizione delle mani, egli scrive, non è come il Battesimo che non si può ripetere. Che altro è infatti, se non una preghiera sull'uomo? - Manus autem impositio non sicut Baptismus repeti non potest. Quid est enim aliud nisi oratio super hominem?" (De Baptismo contra Donatistas 3,16,21, PL 43,148). E pertanto non è direttamente collegata con l'ufficio dei sacerdoti, ma con la volontà di ogni credente che ha un cuore ben disposto e interviene, pregando in questo modo, a favore di chi soffre malattie, infermità e possessioni diaboliche. Questa preghiera diventa necessaria specialmente nei casi in cui il maligno "invade l'anima dal di fuori e conturba i sensi e produce una specie di furore negli esseri umani. Coloro che presiedono allo scopo di allontanare questo disturbo impongono la mano ed esorcizzano, cioè si servono del ricorso a scongiuri ed aiuti divini per scacciarlo" (De beata vita 3,18, PL 32,968). I catecumeni, i quali "vengono santificati in un modo ad essi proprio mediante il segno di Cristo e mediante l'orazione dell'imposizione della mano" (De peccatorum meritis et remissione 2,26,42, PL 44,176). 

9.APONIO (†ca430) paragona le mani di coloro che hanno ricevuto il carisma delle guarigioni e dell'espulsione dei demoni alle mani di Cristo. Il Signore si serve delle loro mani per mettere i corpi degli infermi e degli ossessi sotto il potere dello Spirito Santo. "Sono mani di Cristo coloro ai quali è stato concesso il potere di scacciare via gli spiriti immondi... Questi credenti esercitano l'operazione delle potenze, che snervano le forze del diavolo e mediante le quali il diavolo, cacciato fuori abbandona le anime o i corpi su cui stava accovacciato come un leone sulla preda. Sono mani di Cristo mediante le quali Cristo trasforma in abitacolo dello Spirito Santo quei corpi dove il nemico aveva disposto il suo domicilio, sono mani di Cristo mediante le quali il Signore Gesù opera le guarigioni dalle varie infermità" (In Canticum Canticorum 8, PLS 1,942). 

10.S.CIRILLO DI ALESSANDRIA (†444) collega il valore dell'IDM con la santificazione e purificazione che Cristo opera nel corpo di coloro che comunicano con lui mediante l'azione del suo Santo Spirito. "Il corpo con il tocco della mano comunica la santificazione" (cf Mt 8,3). Questo è il significato della guarigione del lebbroso (In Matthaeum fragm.PG 72,388). "Gli concesse in aggiunta il tocco della mano affinché noi imparassimo come il suo santo corpo sia efficace per la purificazione... Infatti la nostra purificazione viene condotta a termine dallo Spirito mediante la santificazione" (In Matthaeum fragm.PG 72,389). 

11.S.PIETRO CRISOLOGO (†ca450) predicava che le promesse fatte da Cristo ai credenti prima di lasciare questo mondo costituiscono la somma prova della nostra fede. In virtù della sua fede il credente che vive in piena comunione con Cristo diventa il primo medico di se stesso. In virtù della stessa fede il suo corpo diventa portatore di energie risananti, per cui ogni vero credente si può dire chiamato ad allontanare mediante il contatto fisico con la sua persona le malattie e gli influssi malefici che affliggono gli altri credenti nel Signore. "Che i demoni, cioè gli antichi nemici, vengano scacciati dai corpi umani, che da un'unica bocca venga proferito un linguaggio vario di lingue, che i serpenti vengano toccati e per opera di Cristo non subiamo gli effetti dei loro veleni, che le bevande avvelenate non ci apportino per mezzo di Cristo nocumento alcuno, che le malattie dei corpi vengano allontanate al contatto con una persona che predica Cristo: questo, o fratelli, è somma prova della nostra fede. (Mc 16,17-18). O uomo, sii mediante la fede il medico di te stesso, perché non sia obbligato ad assoggettarti con tuo dispendio a medici estranei e a procurarti a caro prezzo ciò di cui gratuitamente disponi" (Sermo 83,5, CCSL 24A,515, PL 52,435-436). 

12. S.EUFRASIA (†410) viene descritta come una donna che aveva un particolare dono per scacciare i demoni. Ci viene detto che usò anche il bastone per fare uscire il demonio da un energumeno (DACT 6/1,969; cf PL 73,623). 

13. SULPIZIO SEVERO (†ca420) nella "Vita di S. Martino (†397)" racconta che il Santo solo con la sua presenza creava terrore nei diavoli. "Quando si metteva a esorcizzare i demoni, non imponeva le mani su nessuno, non rivolgeva parole di rimprovero a nessuno, come avviene molte volte con quei chierici dai quali viene riversato un torrente di parole. Dopo aver individuato gli energumeni, ordinava agli altri di allontanarsi; quindi, chiuse le porte, si metteva a pregare solo prostrato a terra in mezzo alla Chiesa, rivestito di cilizio e cosparso di cenere. Allora avreste visto quei miserabili agitati in tutti i modi... inquieti e tormentati. Senza che alcuno li interrogasse, confessavano i loro crimini. Rivelavano anche spontaneamente i loro nomi... E finalmente avresti visto tutti i ministri del diavolo tormentati allontanarsi assieme al loro capo. Così si adempiva, possiamo confessare con Martino, la Scrittura che dice: I Santi giudicheranno gli angeli" (Dialogus 3,6, PL 20,215)., 

14. S.GREGORIO DI TOURS (†594) elogia l'importanza degli immensi benefici che il Signore opera tra i credenti mediante i carismi con i quali si prende cura delle nostre infermità. Le sue "Vitae Patrum" sono ricche di esempi di fatti avvenuti ai suoi tempi. Ci mette però anche in guardia dalle illusioni che nel campo delle guarigioni possono essere causate da interventi del maligno. Il Signore infatti può permettere tali illusioni per mettere a prova la sincerità e purezza della nostra fede. "I carismi sono segni sorprendenti della medicina dei divini benefici. Sono benefici concessi dal cielo al genere umano, e che pertanto non si possono né concepire con l'intelligenza né esporre con le parole né debitamente racchiudere in espressioni scritte... Il Salvatore ha condotto noi, feriti dalle frecce di gravi delitti, alla locanda delle medicina celeste, cioè alla santa Chiesa”.

Tipico il racconto della guarigione di un giovinetto. “Fu condotto presso una santa eremita chiamata Menegonda perchè ottenesse con le sue preghiere la liberazione dagli atroci dolori con cui il diavolo lo vessava. Menegonda prese una foglia verde, vi spalmò della saliva, la mise sullo stomaco del giovinetto. Il dolore lentamente si placò. 

Il giovane, che prima era privo di sonno a causa dei dolori, si addormentò sullo scanno per un'ora". (Vitae Patrum 19, PL 71,1087). Il fatto che segue ci fa vedere come il maligno ci illude facendoci compiere con l'imposizione delle nostre mani delle guarigioni che non provengono da Dio. "Un giorno apparve al diacono Secondello il diavolo rivestito delle forme del Signore e gli disse: 'Io sono il Cristo che tu preghi ogni giorno... Esci da quest'isola e recati fra la gente a compiere guarigioni'. Allettato da questi inganni il diacono lasciò l'isola senza dire nulla al suo compagno; tuttavia quando imponeva le mani sugli infermi nel nome di Cristo, questi infermi venivano guariti. Tornato dopo molto tempo nell'isola il compagno stupito tra sospiri e lacrime gli disse: 'Male per noi, perché sento che sei stato ingannato dal tentatore'.. Mentre pregavano tornò di nuovo il diavolo sotto le stesse vesti, e gli disse: 'Non ti avevo ordinato di visitare e portare guarigione tra le mie pecorelle inferme?' E quegli gli disse: 'Se sei Cristo, mostrami la croce che hai lasciato, e crederò in te'. Poiché non la mostrava, il diacono gli fece un segno di croce sulla faccia, e il diavolo confuso scomparve" (Vitae Patrum 10,2, PL 71,1056). 

15. S. ISIDORO DI SIVIGLIA (†636) parla di un particolare riconoscimento che veniva dato da parte dell'autorità ecclesiastica a coloro che avevano il carisma delle guarigioni; riconoscimento che comportava l'uso di formule ufficialmente approvate. L'imposizione delle mani ai suoi tempi era un gesto molto comune con il quale si congiungeva una supplica allo Spirito Santo perché venisse a compiere le guarigioni promesse dal Signore. (De ecclesiaticis officiis 2,13,4, PL 83,793).

 

CONCLUSIONI dottrinali e pastorali. Nella vita della Chiesa di tutti i tempi, e quindi anche dei nostri giorni, si possono distinguere tre specie di Imposizione delle Mani: la forma sacramentale, la forma benedizionale e la forma carismatica. Nella forma sacramentale l'IDM è un gesto che riveste un significato particolare quando è riservato ai Vescovi o ai Sacerdoti (cf Confermazione, Ordinazione, Eucaristia, Penitenza, Unzione degli Infermi. Nella forma benedizionale l'IDM è un gesto che va praticato secondo le prescrizioni del Rituale delle Benedizioni; prescrizioni che prevedono casi nei quali LAICI E LAICHE sono invitati a praticare benedizioni nelle quali non si esclude, anzi si incoraggia il gesto evangelico dell'IDM (cf BEN n, 27). Nella forma carismatica è un gesto evangelico che va messo sullo stesso piano del dono delle lingue, e quindi destinato come quello a far parte dei segni che "accompagneranno quelli che credono" (Mc 16,17). Nostra Madre, la Chiesa, non ha mai dato direttive dottrinali o pastorali che, in linea di principio, vietassero ai Christifideles Laici di imporre le mani sulle persone con le quali e per le quali pregano. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, ispirandosi agli insegnamenti di S.Paolo (cf 1Cor 12,9.28.30), ammette che nelle comunità cristiane "lo Spirito Santo dona ad alcuni un carisma speciale di guarigione per manifestare la forza della grazia del Risorto" (CCC 1508 e nota 103). Carisma che, ovviamente, va praticato usando l'imposizione delle mani, come facevano i primi cristiani, e con la quale i credenti possono manifestare la loro partecipazione alle virtù e alla poutenza del corpo del Signore.