Fare un quadro panoramico potrebbe essere estremamente difficile e risulterebbe incompleto.
Infatti anche le Medicine Non Convenzionali (da ora “M.N.C.”) sono un insieme di dottrine e metodi terapeutici utilizzati per consentire una guarigione; sono però basate su un substrato culturale-filosofico proprio e sono accomunate dall’estraneità alla medicina scientifica allopatica.
Ma perché si diffonde sempre di più l’interesse verso queste pratiche? Forse per l’insoddisfazione di molti pazienti nei confronti della medicina “ufficiale” che appare “parcellizzata” nelle varie branche specialistiche, distaccata dalle esigenze della persona, per la “fretta” nel colloquio e nella visita e concentrata quasi esclusivamente sugli aspetti organici, meno su quelli psichici e quasi per nulla sugli aspetti spirituali della persona.
A parte le differenze di carattere scientifico che ci limiteremo ad accennare, il problema vero per noi cristiani è che molto spesso l’approccio globale delle M.N.C. alle esigenze del malato corrisponde a quella visione New Age che, negando l’identità personale, tende al magico e all’occulto.
Nel Convegno Nazionale A.T.C. dell’11 febbraio 2017, tenuto a Roma, dal titolo “La sofferenza dell’uomo è olistica?” si è data molta attenzione a questo tipo di approccio alla malattia.
È chiaro che “olistico” è inteso nel senso cristiano del termine, che trae origine dalla definizione paolina dell’uomo come unità inscindibile di corpo, anima e spirito, per cui, quando si ammala una delle parti, tutte le parti ne risentono.
È comunque un dato di fatto che esiste una sfiducia diffusa nella medicina classica forse anche perché, pur essendo la medicina statisticamente più testata, è troppo legata alla cultura occidentale che tende a frenare le esigenze spirituali dell’uomo postmoderno. Le M.N.C. invece sembrano rispondere a queste esigenze proponendo una spiritualità apparentemente libera.
Inoltre, come dicevamo, hanno contribuito non solo a sottolineare l’importanza di considerare l’uomo nella sua globalità, ma anche a ritrovare un rapporto medico – paziente più autentico.
Gli errori diagnostici e terapeutici sono possibili, in questo caso, tuttavia, i danni per il paziente potrebbero essere potenziati ed aggravati dal fatto di sospendere e tralasciare terapie comprovate da lunghe esperienze.
Accanto a queste motivazioni si pone la problematica, spesso drammatica, di persone affette da malattie gravi o da neoplasie, per le quali la medicina tradizionale si può limitare solo a cure palliative e per le quali la medicina alternativa o le pratiche come la pranoterapia rappresentano una di quelle speranze a cui aggrapparsi, ma che spesso aggravano il calvario doloroso perché fonte di ulteriore frustrazione.
Secondo il Comitato Nazionale di Bioetica, ”A fronte del beneficio riscontrato soggettivamente dai molti pazienti che ricorrono alle medicine alternative (…) ben può darsi il caso che un paziente venga concretamente leso dal ricorso a tali pratiche, per il fatto che l’uso di diagnostiche e di terapie alternative può ritardare inutilmente e a volte purtroppo irrimediabilmente il ricorso a più rigorose ed efficaci diagnosi e terapie di carattere scientifico”.
È anche importante la serietà della persona che le applica, perché esiste un reale pericolo che semplici ciarlatani possano infiltrarsi promettendo guarigioni che non verranno mai.
Può succedere soprattutto che ad infiltrarsi siano nuove religiosità mascherate e dal nostro punto di vista di cristiani cattolici non possiamo in alcun modo accettare pratiche che facciano chiaro riferimento a “energie” se non addirittura a “spiriti di luce”.
Da questa nota possiamo ricavare alcuni fondamenti per i criteri di valutazione di una medicina alternativa:
1) Il supporto scientifico nel discernimento;
2) Compatibilità con la fede cristiana.
Oltre agli esempi già citati (possibili relazioni con New Age e occulto) dobbiamo anche diffidare di quelle che utilizzano un “mantra”, una parola ripetuta, perché in molti casi è il nome ripetuto di uno spirito, come anche di quelle per le quali è previsto un periodo di “apprendimento”, perché questo è tipico dell’esperienza magica ed esoterica, e gli esempi potrebbero continuare.
Alla luce di questo rilievo diventa utile e necessario conoscere l’origine della metodica cui ci si avvicina, e sarà questo uno degli aspetti che affronteremo negli articoli successivi.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci rammenta: “Tutte le pratiche di magia e di stregoneria con le quali si pretende di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio ed ottenere un potere soprannaturale sul prossimo -fosse anche per procurargli la salute- sono gravemente contrarie alla virtù della religione. Tali pratiche sono ancora di più da condannare quando si accompagnano ad una intenzione di nuocere ad altri o quando in esse si ricorre all’ intervento dei demoni...”. Naturalmente questo criterio riguarda anche un eventuale uso improprio della medicina “ufficiale”: ...Il ricorso a pratiche mediche dette tradizionali non legittima né l’invocazione di potenze cattive né lo sfruttamento della credulità altrui.”
La stessa medicina allopatica non è la medicina cattolica. Dobbiamo interrogarci sulla sua valenza morale.
Perché… “Dall’Altissimo viene la guarigione… Figlio, non avvilirti nella malattia, ma prega il Signore ed Egli ti guarirà. Purificati, lavati le mani, mondati il cuore da ogni peccato. Offri incenso e un memoriale di farina e sacrifici pingui secondo le tue possibilità. Fa’ poi passare il medico – il Signore ha creato anche lui - … Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani. Anch’essi pregano il Signore perché li guidi felicemente ad alleviare la malattia e a risanarla, perché il malato ritorni alla vita”. (Sir. 38, 1 – 15)