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Io e la new-age

Io e la new-age

Testimonianza di V.M.D. – ATC Puglia

 

new age 3b26dCarissimi fratelli e sorelle, all’età di 11 anni ho conosciuto una fisioterapista, che mi ha aiutata con la ginnastica respiratoria, e da allora ho deciso che anch’io avrei fatto da grande questo lavoro, per poter essere, a mia volta, d’aiuto al prossimo.

Ho avuto la grazia di poter realizzare il mio desiderio frequentando la Scuola triennale per Terapisti della Riabilitazione (dal 1992 al 1995).  Durante la preparazione dei primi esami facevo molta fatica a gestire la paura, l’ansia e lo stress, e ciò comprometteva la mia capacità di attenzione e di concentrazione.

Affascinata dallo yoga, ho acquistato un libro, credendo che questa pratica fosse utile per rilassarmi.

Per diversi giorni ho semplicemente adottato la posizione semplice, quella più comune, “la Sukhasana”: seduta con gambe incrociate, spalle rilassate, mani appoggiate sulle ginocchia con i palmi verso l’alto, unendo il polpastrello del dito medio e del pollice della stessa mano e mantenendo le altre tre dita leggermente piegate e rilassate, occhi chiusi. Mi sono concentrata su una lenta e costante respirazione.

Ho pian piano sperimentato che, con un tempo di meditazione relativamente breve, riuscivo a raggiungere il benessere desiderato, a rilassarmi e poi a riprendere con soddisfazione lo studio.

Un giorno, però, nella mia stanza, durante uno di quei momenti, nella stessa identica posizione delle altre volte, mi sono all’improvviso “vista dall’alto”. Come se ci fosse un’altra me, in alto, che mi osservava, ed osservava tutta la stanza, in ogni particolare. Quella parte “alta” di me mi ha percepita ridicola ed in pericolo, perché stavo “partendo”. Impaurita, mi sono chiesta: “Ma dove sto andando?”. Per un attimo ho temuto di non poter tornare indietro, così ho aperto gli occhi e sono ritornata in me. Ma ero molto spaventata. 

Non sapevo di poter sperimentare una simile situazione, nessuno me lo aveva detto e non lo avevo trovato scritto da nessuna parte. 

Nei giorni a seguire, per lo spavento, non ho più usato questo metodo di rilassamento, ma ho iniziato a chiedere informazioni sul fenomeno vissuto.

In particolare mi sono rivolta in classe al mio docente di neurologia, il quale, simpaticamente, mi ha chiesto se avessi fatto uso di sostanze, o se avessi assunto farmaci...

Nei mesi successivi, nel mio paese, ci fu un evento informativo sui benefici dello yoga (anno 1993/1994), vi partecipai ed alla fine dell’intervento mi avvicinai al relatore, che era un maestro di yoga, e gli raccontai la mia esperienza.

Il relatore mi informò che tale fenomeno è definito “trasmigrazione dell’anima”. Inoltre aggiunse che tale condizione si raggiunge difficilmente e richiede la presenza di un maestro yoga per facilitare il ritorno dell’anima nel corpo. 

Addirittura!

Mi resi conto che, senza saperlo e da principiante, avevo raggiunto un alto livello di meditazione. Tuttavia, pur avendone ottenuto una spiegazione, tale ricordo suscitava in me ancora spavento.

2) La riflessologia  

Intanto, nel novembre 1995, ho conseguito il diploma universitario di Terapista della Riabilitazione e dopo un mese sono partita per rispondere ad un’offerta di lavoro giunta dalla Lombardia. Cercavano urgentemente una fisioterapista da inserire nel servizio ADI (assistenza domiciliare integrata) territoriale.  

Ho salutato la Puglia, la mia terra, la mia famiglia, i miei affetti, le mie sicurezze, per poter svolgere la professione che avevo scelto sin da piccola.

Ero sempre sul territorio della Lombardia, la cooperativa mi spostava a seconda del bisogno nelle varie province (Pavia, Voghera, Como, Milano, Monza, Lecco). Raggiungevo in macchina il domicilio dei pazienti per le prestazioni riabilitative.

Percorrevo dai 150 ai 200 km al giorno. I ritmi di lavoro erano frenetici, i rischi tanti, ma il lavoro mi piaceva ed i guadagni erano molto soddisfacenti, infatti ho iniziato ad investire i miei primi guadagni in corsi di formazione professionale.

Il mio interesse si è orientato subito su metodiche non tradizionali, le “terapie alternative”. In quel periodo ero affascinata soprattutto dal corso “Massaggio riflesso del piede” ed ho partecipato, nel dicembre 1996, a due weekend formativi a Casale Monferrato (AL), aperti a vari professionisti: terapisti della riabilitazione, massofisioterapisti, insegnanti ISEF ed anche estetisti.  

Ho iniziato ad avere qualche dubbio sull’approccio terapeutico di questa metodica, proprio perché aperta anche a professionisti non sanitari, tuttavia ho ricevuto le informazioni e la formazione necessaria per applicarla.

La riflessologia è una forma particolare di massaggio che viene eseguita con i pollici, e in alcuni casi con le altre dita della mano, sulle zone riflesse che si trovano nei piedi e nelle mani. Ogni parte dei piedi e delle mani è infatti in corrispondenza con una determinata parte del corpo e, dunque, massaggiando le varie zone riflesse è possibile curare l’intero organismo. 

Di solito il riflessologo opera sui piedi, mentre le mani si prestano meglio all’automassaggio.

Nei mesi a seguire ho applicato la metodica soprattutto a parenti, amici ed a pazienti interessati a questo metodo “terapeutico” alternativo, per trattare disturbi come dolori articolari nelle regioni della colonna vertebrale, lombalgie, rigidità del collo, sciatica, tensione muscolare, vari dolori articolari.    

Con il passare dei mesi ho avuto però modo di constatare che ero già in possesso, grazie al mio percorso di studi come terapista della riabilitazione, di approcci altrettanto validi per i miei pazienti, inoltre mi sembrava di non rispondere pienamente alle loro richieste d’aiuto.

Per di più sperimentavo che il mio polpastrello, usato per la digitopressione, veniva sollecitato eccessivamente e che, continuando così, le articolazioni dei miei pollici sarebbero andate precocemente incontro ad usura.   

Furono questi i motivi che allora mi portarono ad abbandonare la riflessologia, per interessarmi a metodi riabilitativi riconosciuti ufficialmente validi.

3) Corso di yoga

Nel 1997 ho accettato un incarico a tempo determinato, come Fisioterapista, presso l’AUSL di Piacenza, e mi ci sono trasferita. In questo periodo la mia attività professionale diventava sempre più intensa, le mie giornate di lavoro senza respiro, non avevo tempo libero e desideravo sperimentare un po’ di pace e tranquillità.  

Un amico mi informò di un corso yoga tenuto sul posto da un maestro indiano.

Questa volta mi ci iscrissi mettendomi al sicuro, con la guida di un maestro yoga, senza improvvisarmi.

Ricordo che la stanza era piena di gente di ogni età e tutto era basato su movimenti lenti, per guadagnare un buon equilibrio psico-fisico.

Personalmente arrivavo alla lezione di yoga serale, dopo una lunga giornata di lavoro, sempre di corsa ed in affanno. Durante l’ora di lezione riuscivo a rilassarmi, ma poi, ributtata nella frenesia dei miei ritmi quotidiani, ben presto tutto il “beneficio” svaniva.

Sperimentai dopo vari mesi che le lezioni di yoga non mi davano strumenti efficaci per gestire l’ansia nel quotidiano, ero sempre in affanno e bisognosa di un po’di pace… terminai il corso con questa insoddisfazione.  

4) I Fiori di Bach

Dal 1997 al 2000 ho frequentato a Milano il corso triennale di formazione di Terapia Occupazionale, per rispondere in modo sempre più efficace alle richieste d’aiuto dei miei pazienti. Questi sono stati anni ancora più impegnativi e difficili per me, vivevo sola al nord Italia e dovevo fronteggiare le difficoltà quotidiane, zeppe di lavoro frenetico ed intenso studio. Il mio malessere è aumentato. La notte dormivo poco, soffrivo d’insonnia perché vivevo ogni situazione di vita quotidiana con eccessivo timore, insicurezza, ansia e paura. Anche la memoria mi sembrava che perdesse colpi, insomma stavo vivendo un periodo di “fragilità”. Un’amica mi parlo dei benefici dei Fiori di Bach per questi sintomi e mi sono lasciata condurre da lei da un naturopata, a cui ho spiegato il mio disagio.

Il naturopata mi ha prescritto delle gocce da assumere più volte al giorno, una terapia a base di Fiori di Bach, associata ad uno sciroppo per la memoria. Ho assunto fedelmente la terapia prescritta e mi ha dato quasi subito dei benefici, soprattutto la memoria mi sembrava molto migliorata. Io stessa ho poi parlato ad altri dell’efficacia dei Fiori di Bach, per fronteggiare un disagio emotivo. 

Col tempo, però, mi sono ritrovata a fare i conti ancora con la mia vulnerabilità emotiva e lo stato di ansia in cui ricadevo mi rendeva fragile, portandomi di nuovo alla ricerca di una “terapia efficace”.

5) Il Buddismo

La città di Piacenza, in quegli anni (2001/2002/2003), era ricca di “opportunità” per chi, come me, cercava “la felicità”. Ricordo il mio desiderio di conoscere, di fare esperienze nuove, ero molto curiosa, libera, ed anche economicamente potevo permettermi di sperimentare.  Avevo conosciuto un gruppo di universitari della Cattolica di Piacenza, alcuni dei quali pugliesi. Tra di essi c’era un Buddista che mi affascinò molto parlandomi del suo credo come pratica di meditazione. Mi parlava dei benefici che essa offriva a corpo e mente. Mi invitò ad alcuni incontri di meditazione in case private.    

Bastava recitare ogni giorno e ripetutamente questa “espressione sacra”, un Mantra: “Nam(U) myoho renge kyo”, per proteggere la mente da pensieri, emozioni e influenze negative, per diventare più calmi e pacifici, armonizzare la propria vita, trarre forza e saggezza per superare le difficoltà, al fine di raggiungere la propria natura illuminata. Inoltre mi fu spiegato che chiunque lo pratica può raggiungere i propri obiettivi e desideri. Se si crede fortemente in quello che si vuole, si può ottenere e realizzare. Meraviglioso!!!

Con determinazione ed impegno, per venti minuti due volte al giorno, mi raccoglievo in questa meditazione, ripetendo continuamente il Mantra.

Ricordo che una volta, mentre pregavo così, pensai al Papa, Giovanni Paolo II, che in quel periodo non stava bene e ho rivolto a lui la mia meditazione. Desideravo avvolgerlo e proteggerlo. In quel momento sentii una strana scossa, che ricordo ancora oggi, ma ancora una volta non ne ho capito il senso.

Questo periodo di meditazione durò circa un paio d’anni. Ad un certo punto non mi dava più soddisfazione. Ho iniziato a chiedermi: perché devo dare valore e importanza a questa preghiera/mantra Buddista e non, magari, alla Preghiera del Rosario? Avevo sempre snobbato la recita del Rosario, perché di questa preghiera ripetitiva non comprendevo il senso.  Ma allora perché credere che ripetere continuamente “Nam myoho renge Kyo” dovesse essere più vantaggioso?

Iniziavo a rendermi conto che conoscevo poco la mia religione, il Cristianesimo Cattolico, e mi lasciavo affascinare da tutto il resto. Dopo l’entusiasmo iniziale anche il buddismo mi stava annoiando e lo abbandonai.

6) L’Ensegnanza

La mia ricerca di felicità e di benessere continuava. Da qualche parte doveva pur esserci qualcosa che potesse rispondere al mio bisogno di benessere Psico-fisico, alle mie richieste d’aiuto, alle mie aspettative.

Così mi sono lasciata affascinare da un corso di formazione sull’Ensegnanza, che consisteva nell’apertura dei 7 punti Chakra, centri energetici, che raccolgono e lasciano fluire l’energia emotiva, vitale, spirituale ed intellettuale attraverso l’organismo. In questo corso il soggetto viene indotto ad assorbire l’energia universale per utilizzarla a scopo terapeutico. Il corso era suddiviso in diversi livelli. In un primo livello il soggetto veniva educato ad utilizzare l’energia solo a favore del proprio benessere psicofisico, in un secondo anche a favore dei propri familiari, in un terzo a favore di tutti.

Affascinata, mi sono iscritta a Piacenza al corso di primo Livello, durante il quale mi sono sottoposta all’apertura dei 7 punti Chakra.

Ricordo che avevo coinvolto un collega a partecipare a tale corso, ma il suo feedback non fu positivo, infatti lui non vi è più ritornato.

Tuttavia, la notte successiva al primo incontro di formazione feci un brutto sogno. Difficilmente ricordo i sogni, ma quello non l’ho più dimenticato. Ho sognato di essere coinvolta in un incidente e di essere rimasta paralizzata agli arti inferiori, pur conservando un forte desiderio di lottare e di vivere.

Questo sogno mi ha fortemente turbata, tanto che all’appuntamento successivo del corso l’ho condiviso: per loro era un segno positivo.

I corsi successivi, di secondo e terzo livello, erano tutti a pagamento. Furono invitati relatori stranieri, i quali portarono i video di testimonianze di gente guarita da gravi malattie grazie all’ensegnanza.  

In quel periodo ho applicato l’ensegnanza “a tappeto”. Avevo una buona capacità di convincimento, il mio entusiasmo incuriosiva e la gente vi si sottoponeva.  

Riuscii a coinvolgere anche il mio amico e collega Vincenzo, che non condivideva tali metodi, spesso mi ricordava che ero una terapista e che la mia professione era già fonte d’aiuto per i miei pazienti. Naturalmente io non davo nessun peso alle sue osservazioni, anzi convinsi lui stesso a sottoporsi al “trattamento”. Vincenzo pur di farmi felice acconsenti. In questo caso si verifico sorprendentemente in lui una reazione di immediata e inspiegabile spossatezza.    

Vincenzo era un uomo di preghiera e in quel periodo intercedeva molto per me. 

Pian piano, in me anche l’entusiasmo per l’Ensegnanza scemò, nonostante questa pratica fosse usata da persone di Piacenza di grande rilievo sociale e professionale, e dunque mi sembrasse affidabile e credibile.   

7) Il  Reiki

La mia ricerca continuava e mi lasciai incuriosire anche dal Reiki.

Un amico mi invitò ad un incontro di presentazione del Reiki ma ne rimasi molto perplessa. Ebbi la percezione di ritrovarmi circondata da poverini alla ricerca di chissà cosa. Evidentemente capii che anche io mi stavo perdendo ancora dietro false speranze.

Stranamente in questo caso non ebbi la malsana curiosità di metterci dentro il naso, perché fiutai anticipatamente l’inconsistenza di tale energia vitale curativa… evidentemente usai quel pizzico di saggezza che ancora avevo dentro!     

8) L’incontro con Gesù: “Io sono la via e la verità e la vita” (Giovanni 14)

In quegli anni ero spinta da buone intenzioni, desideravo essere felice, cercavo la pace, la serenità, desideravo aiutare il prossimo, poter rispondere al meglio alle richieste d’aiuto dei miei pazienti. Nel cuore ero spinta dal desiderio di bene, ma ero accecata da false luci che mi avevano lasciata delusa ed insoddisfatta. Ho investito tempo, anni, soldi, energie ad inseguire il niente. Sperimentavo che questo niente non solo non mi dava salute e benessere, ma mi aggrovigliava in un costante e sempre più profondo malessere e senso di insoddisfazione.

Ricordo che in quegli anni mi arricchivo di nuove e sempre più grandi paure, l’ansia non mi abbandonava, vedevo il pericolo in ogni situazione, il mio livello di tensione e di allerta mi aveva irrigidita nell’espressione e bloccata nella mia giovialità, ero priva di fiducia e speranza. Ricordo anche la fatica di sorridere e di cantare, ero priva di gioia, apparentemente sembravo vitale, ma nel cuore avevo la morte.

Soprattutto nel 2005, dopo anni di sacrifici, avrei dovuto essere soddisfatta della mia vita, per aver raggiunto gli obiettivi che ritenevo importanti per me: lavoro gratificante, una casa graziosa, una buona vita sociale ecc. Ma, nonostante tutto, non mi sentivo felice, continuavo a percepire un vuoto interiore e l’inquietudine assaliva il mio cuore, la mente, il sonno, non trovando pace.

Dopo l’ennesima notte trascorsa insonne, in un grido disperato ho rivolto gli occhi al cielo e ho gridato aiuto (era il mese di giugno del 2005 ).
La risposta mi è subito arrivata!!!!
Da quel momento mi sono sentita presa per mano e, ad agosto di quello stesso anno, il mio carissimo amico e collega di Piacenza Vincenzo Auletta mi ha invitata a trascorrere qualche giorno in campeggio a Torre Rinalda, presso Squinzano (LE), con la Comunità Magnificat.
Essendo io di origini pugliesi, in quel periodo ero già in ferie a casa dei miei genitori, ma non ho accolto volentieri l’invito di Vincenzo, non credevo che ci potesse essere qualcosa di buono o di bello per me in quel posto. Vincenzo non si è scoraggiato, anzi, mi ha martellata di telefonate per far sì che io accettassi il suo invito. Dopo l’ennesima chiamata, per sfinimento, quasi per farlo contento, accetto di raggiungerlo in campeggio.
Stranamente mio fratello, senza grossi problemi, mi presta la sua macchina, ed io, il 14 agosto del 2005, mi metto in viaggio. Una parte di me mi diceva: “Cosa ci vai a fare? Torna indietro!”, mentre l’altra parte di me non aveva la forza di sterzare, il piede era incollato sull’acceleratore … Mi sono detta: “Ormai ho percorso tanti chilometri….devo andare”.
Sono arrivata in campeggio nel primo pomeriggio. Vincenzo mi ha accolta con immenso affetto e ci siamo avvicinati a un signore, Tarcisio Mezzetti, circondato da un gruppo di persone cui stava parlando di Gesù. Le sue parole sono arrivate direttamente al mio cuore, risvegliando la mia coscienza assopita …. Tarcisio parlava del tempo che dedichiamo a cose inutili, mentre perdiamo di vista l’Essenziale, Colui che è fonte della vera VITA.  Ancora, Tarcisio ci faceva notare che, come i farmaci sono essenziali, ad esempio, per un cardiopatico, ancor più la Santa Messa e la Santa Comunione lo sono per la Vita.
In modo particolare risuonava nella mia mente questa sua frase: “…Come, avete il tempo per tutto, tranne che per GESÙ?”. Tarcisio parlava proprio di me, della mia vita!
Che vergogna e che dolore ho percepito all’improvviso nel mio cuore!
Le sue parole mi hanno talmente scossa e sconvolta nell’intimo che ho iniziato a rivedere la mia vita con occhi diversi. La grazia del Signore si stava infiltrando nel buio del mio cuore, facendo emergere l’inconsistenza della mia vita, piena di cose inutili e vane. Sono crollati all’improvviso tutti i castelli di sabbia che avevo costruito, lasciando il vuoto assoluto. Mi sono sentita persa, “fuori pista da una vita”…

TREMENDA SENSAZIONE !!!!!

Io, fino a quel momento, avevo creduto di vivere una “vita regolare”! Niente droga, alcool, fumo, vizi, ma nell’apparente normalità, che è quella che riconosce il mondo intero, in realtà mi sono riscoperta all’improvviso “infognata”: ubriaca di lavoro, interessi, svaghi, viaggi, New- Age… cose che mi rendevano felice solo apparentemente o per brevissimo tempo, seppur agli occhi degli altri fossi ammirata ed invidiata.

Vincenzo mi incoraggiò a condividere con Tarcisio la mia esperienza con le medicine non convenzionali. Il colloquio fu molto duro per me, usò parole forti e mi spiegò le conseguenze negative di tali pratiche per lo spirito. Mi invitò a confessarmi e a buttar via tutto il materiale che possedevo sulla new-age e sulle medicine alternative.  

Personalmente non mi confessavo da 12 anni circa. Andavo a messa, talvolta, solo a Natale e a Pasqua per tradizione.
Le parole di Tarcisio, con il suo tono di voce, hanno suscitato all’improvviso nel mio cuore un terremoto, la mia coscienza si è risvegliata. Tarcisio è stato il mio defibrillatore. Ho iniziato a spalancare gli occhi, ho iniziato a riconoscere il peccato nella mia vita (l’idolatria, la superbia, la presunzione…), ho iniziato a percepire nel mio cuore un dolore vivo e forte, sono stata invasa da un senso di tristezza e di vergogna per il mio peccato ed ho immaginato tutto il dolore causato nel cuore del mio GESU’.
Ho iniziato a piangere disperatamente , per tre giorni e tre notti, ed ho sentito il bisogno di confessarmi. Non è bastata una confessione, il giorno dopo sono ritornata per completarla, man mano che la coscienza si risvegliava riaffioravano altri peccati da confessare.
Soprattutto iniziavo a capire chi seguire, con chi investire il mio tempo, a chi offrire il mio cuore e la mia vita.


I tre giorni trascorsi in quel campeggio con la Comunità Magnificat mi hanno introdotta in una dimensione nuova. L’esposizione del Santissimo Sacramento h 24, con i campeggiatori che si alternavano per l’adorazione, le lodi mattutine, la Santa Messa celebrata tutti i giorni, la Parola di DIO che risuonava nel cuore, le catechesi su tematiche di vita quotidiana, il Sacramento della Confessione, la bellezza della vita Comunitaria mi hanno dato la luce, la grazia, il coraggio e la forza di dare una svolta decisiva alla mia vita.

9) Gesù, Maestro di vita 

Tornata a casa la Santa Messa è diventata il momento centrale della mia giornata e tutti gli impegni hanno iniziato a ruotare intorno a questo momento di grazia: il Sacrificio Eucaristico.

I sacramenti sono diventati la mia infallibile medicina.

La Parola di Dio mi guida quotidianamente, perché mi consola, mi incoraggia, mi sostiene, mi corregge, mi allerta, mi scuote, mi ricorda che Dio mi Ama infinitamente ed ha misericordia della mia povera umanità.

Inoltre, ho iniziato ad eliminare dalla mia vita tutto quello che potesse inquinare la mia mente e il mio cuore: alcune amicizie, svaghi, TV e naturalmente ogni forma di new-age.

Ho cercato sempre più una relazione intima e profonda con la persona di Gesù. Stando frequentemente alla Sua Presenza, pian piano, sono stata guarita da ogni forma di paura, angoscia, insicurezza, sfiducia. Ho fatto esperienza della Misericordia di Dio ed ho scoperto di avere un Padre sempre presente, onnipotente, provvidente e di essere una figlia voluta, cercata, amata, protetta, guidata. Ora le difficoltà della mia vita, hanno un peso minore, perché so di non essere sola, Gesù è con me sempre e mi sostiene.  


Così è iniziato e continua il mio cammino di conversione alla sequela di GESU’, ed è sempre più bello, vivo, forte, perché ho capito che se voglio essere veramente libera devo stare con LUI, perché è l’Unico che nulla mi toglie e tutto mi dona, per la mia Felicità.

GESÙ è il mio SALVATORE, il mio LIBERATORE, il mio UNICO MAESTRO, che dona la vera Pace, il vero Amore, la vera Serenità al mio cuore. Ho sperimentato e sperimento continuamente che solo Gesù non delude, solo Lui è fedele, solo Lui è in grado di rinnovare la vita donando fiducia, speranza e forza sempre nuova.

Con questa consapevolezza sto imparando a vivere con i piedi puntati per terra, ma con lo sguardo ed il cuore rivolti al cielo.        

Ringrazio il Signore per i suoi strumenti d’Amore: Vincenzo Auletta e Tarcisio Mezzetti, che continuano dal cielo a intercedere fortemente, per guidarmi verso la Gerusalemme Celeste.

Con questa personale testimonianza di vita desidero condividere con voi che quando non si crede in Dio si crede in tutto, e si è sbattuti continuamente… come foglie al vento.

Auguro a tutti d’incontrare amici innamorati di Gesù, per essere condotti da LUI e per fare una forte e personale esperienza di Gesù e del Suo infinto Amore per ognuno dei suoi fratelli, perché figli di quell’UNICO Padre, il Signore DIO, che attende impaziente il ritorno a Casa (nella  Sua Chiesa) dei suoi figli, per imparare, pian piano, ad amarLo con tutto il cuore, con tutto l’anima, con tutta la mente, con tutta la vita. Perché, è questo il fine per cui siamo stati creati: per conoscerLo ogni giorno di più, per amarLo ogni giorno di più, per servirLo ogni giorno di più.           


Lode e gloria al Signore!
V.M.D.