Nell'aprile del 1922 Usui andò a Tokyo dove fondò il primo Reiki Ryoho Gakkai, un gruppo di cento persone che si incontravano periodicamente per mettere in pratica il Reiki.
Si trattava di un'organizzazione che si era prefissa l'obiettivo della guarigione dello spirito e del corpo, della quale lo stesso Usui fu il primo presidente.
Nel corso della sua vita Usui trasmise i suoi insegnamenti ad oltre duemila persone e formò 16 Maestri.
Dopo la sua morte, avvenuta nel 1926, Chujiro Hayashi, un suo studente, formò una propria associazione all’interno della quale venne iniziata a questa disciplina Hawayo Takata.
Oggi quasi tutte le conoscenze Reiki nel mondo occidentale derivano dal lavoro di quest’adepta.
Takata viaggiò lungamente negli Stati Uniti d’America praticando ed insegnando il Reiki. Nel 1976 Takata iniziò ad insegnare lo Shinpiden, introducendo il termine di Reiki master per questo livello, che è il quarto ed ultimo, con il quale il praticante si prepara a donare agli altri ciò che ha appreso nel suo percorso, fissando in 10.000 dollari il prezzo per il master training.
Takata morì nel 1979 dopo avere addestrato 22 master.
Dopo la morte di Takata molti suoi seguaci hanno fondato altre scuole di Reiki.
Una grande varietà di contenuti New Age si è spesso aggiunta al Reiki, a volte integrandolo in parte. Oggi un Network Reiki è stato fondato per promuovere la standardizzazione delle tecniche tradizionali di questa pratica.
Il nome Reiki deriva dalla pronuncia di due caratteri giapponesi che descrivono l'energia in sé: “rei” (significante 'l'aldilà' o 'spirituale') e “ki” (che significa 'energia' o 'forza vitale').
Nelle lingue occidentali il significato di Reiki è spesso definito come “Energia Vitale Universale” (traduzione usata da Hawayo Takata). Il sostantivo "Reiki" comunemente si riferisce indistintamente sia all'energia sia al metodo terapeutico che la utilizza.
Tale energia vitale è accessibile a tutti i praticanti per indurre effetti curativi.
Viene infatti affermato che ognuno di noi può acquisire la capacità di accedere a questa energia (iniziazione). La credenza di base è che l'energia scorrerà attraverso le mani del praticante. Alcuni insegnanti sottolineano l'importanza dell'intenzione (di sanare le ferite) del praticante in questo processo mentre altri affermano che l'energia è estratta dalla ferita del ricevente al fine di attivare il processo di guarigione. La credenza fondamentale vuole che il Reiki sia un'energia intelligente che rende la diagnosi di un male non necessaria.
Un secondo livello di insegnamento Reiki, che include un'ulteriore iniziazione, serve ad equipaggiare il praticante dei mezzi per "curare" a distanza. Questo metodo prevede l'uso di speciali simboli per creare una connessione temporanea tra il praticante ed il ricevente, a prescindere dalla ubicazione dei due soggetti, al fine di inviare l'energia. Si afferma inoltre che il Reiki non è vincolato a uno specifico punto nel tempo, ma può essere inviato nel passato o nel futuro.
L'energia impiegata nelle terapie Reiki viene considerata dai suoi cultori come proveniente dall'Universo piuttosto che da energia personale del praticante e per questo è inesauribile.
Alcuni insegnamenti affermano che l'energia entrerebbe nel praticante attraverso un chakra per poi defluire attraverso le mani. Come conseguenza di questo, viene insegnato ai praticanti che essi possono curare anche se stessi.
C’è da considerare che i chakra non facevano parte degli insegnamenti originali del Reiki, ma sono stati aggiunti successivamente ai vari stili che sono nati in America nella metà degli anni ottanta.
Molti Master, tradizionali e non, insegnano che i chakra sono una componente importante del sistema Reiki, che è altresì usato dai praticanti come prevenzione poiché, si afferma, l'energia stimola la cura prima ancora che ci sia un evidente sintomo del male. Il Reiki può essere insegnato anche ai bambini.
Alcuni insegnanti affermano che, se il ricevente non vuole essere curato, l'energia non scorrerà.
Gli aderenti descrivono il Reiki come una terapia olistica che cura malesseri fisici, mentali, emozionali e spirituali. Si afferma poi che la guarigione può interessare in tutto o in parte questi aspetti in un singolo trattamento senza alcuna necessità consapevole di direzionare l'energia sia da parte del praticante sia da parte del ricevente.
Tra i suoi fautori si afferma che il Reiki possa essere usato nel trattamento di tutte le malattie e sintomatologie conosciute.
Il Reiki, inoltre, secondo i sostenitori, può essere abbinato alla medicina tradizionale così come altre medicine alternative che tengono in considerazione la salute della persona da un punto di vista olistico . Quando viene affiancato ad altre terapie naturali ed allopatiche (tradizionali) ne migliorerebbe l'efficacia.
Il Reiki, secondo chi lo pratica, avrebbe l'effetto di migliorare i risultati del trattamento medico globale, agendo in modo da ridurre gli effetti collaterali di eventuali farmaci, ridurre il tempo del trattamento, ridurre o eliminare il dolore, ridurre lo sforzo e contribuire ad aumentare un senso generale di ottimismo, che gioverà alla cura nel suo complesso.
Nel Reiki si afferma che la malattia, in qualsiasi forma si presenti, non è altro che la manifestazione sul piano fisico di uno squilibrio energetico, che dà origine ai cosiddetti “blocchi energetici”. La terapia ha come scopo quello di rimuovere questi blocchi energetici, ristabilendone il flusso e l'armoniosa interazione tra mente e corpo.
L'evento esterno, secondo questo punto di vista, può al massimo partecipare come concausa nella produzione di uno specifico sintomo, ma il conflitto nasce sempre nella psiche dell'individuo. Il dolore è l'informazione preposta alla conservazione della vita, in quanto informa la persona e il suo organismo della presenza di uno squilibrio.
Le emozioni positive come la felicità, il buon umore, l'amore, la pietà, la tranquillità e l'appagamento, quando vengono provate, generano energia positiva.
Le emozioni negative come la preoccupazione, la paura, il terrore, l'avversione, la rabbia, l'avidità, la bramosia, l'invidia sono invece considerate energie molto dense e pesanti che richiedono grandi quantitativi di energia e di lavoro per circolare e sostenersi, tendendo ad infettare le altre persone con cui vengono in contatto (come fanno anche le emozioni positive). Il Reiki agisce ristabilendo la pace e l'equilibrio nella mente e nel corpo. Ristabilendo questo equilibrio e raggiungendo la "guarigione spirituale" anche il corpo ne avrà beneficio.
Secondo gli estimatori, essendo il Reiki un'"energia intelligente", non ci sono controindicazioni: esso sa come deve agire, quindi non può causare danni.
Al contrario, alcune testimonianze riportano che in talune persone il Reiki induce soggezione psicologica portando a pensare che possa risolvere qualsiasi problema, fino a fare trascurare le terapie tradizionali, di dimostrata efficacia. Inoltre il Maestro a cui ci si affida può far leva sul grado di influenza che ha sugli adepti per strutturare forme di condizionamento del tutto simili a quelle presenti all'interno delle sette.
Più in generale, del Reiki si contesta che non ha alcuna valenza scientifica poiché non sono disponibili studi scientifici seri.
Le spiegazioni fornite, basate su squilibri energetici, energia cosmica, canali energetici e così via, pur comuni nel campo delle medicine alternative, sono completamente estranee alla scienza moderna, e si collegano piuttosto a concezioni magiche. Il Reiki, mancando di ogni fondamento scientifico, deve i suoi eventuali, e comunque non dimostrati benefici al cosiddetto effetto placebo.
La possibile pericolosità del trattamento Reiki è simile a quella di molte altre forme di medicina alternativa che spingono il praticante ad abbandonare terapie scientificamente comprovate.
Ad essere contestata è anche la conciliabilità del Reiki con la fede cattolica poiché presuppone e veicola una visione dell'uomo e del mondo non conforme alla Rivelazione di Gesù Cristo.
In considerazione della sua diffusione in particolare negli Stati Uniti d'America, ha suscitato l'attenzione della Commissione per la Dottrina della Conferenza episcopale degli Stati Uniti che, il 25 marzo 2009, ha definito come "superstizione" il Reiki, poiché privo di fondamento scientifico e contrario alla fede cristiana.
Il Reiki sarebbe infatti una tecnica di channeling o spiritismo e, sebbene alcuni praticanti abbiano tentato di cristianizzarlo con l'aggiunta di una preghiera a Cristo, questo non cambierebbe il suo carattere essenziale, che non ricorre alla guarigione per mezzo della Divina Grazia ottenuta con la preghiera.
Per queste ragioni la Conferenza episcopale degli Stati Uniti ha denunciato gli importanti pericoli del Reiki in termini di cura per la salute spirituale, condannandolo in quanto non compatibile con la dottrina cattolica.
Dice infatti la Conferenza episcopale: “[…] le varie "iniziazioni" che il praticante di Reiki riceve da un Reiki Master sono realizzate mediante "cerimonie sacre" che implicano la manifestazione e la contemplazione di alcuni "simboli sacri" (che sono sempre state tenute segrete da Reiki Master).[…] I criteri di base per valutare se si dovrebbe o non dovrebbe affidarsi ad un particolare mezzo di guarigione naturale, tuttavia, restano quelli della scienza.
Giudicati in base a tali leggi, il Reiki manca di credibilità scientifica. Il Reiki non è stato accettato dalla comunità scientifica e medica, come un efficace terapia […] La differenza tra ciò che i cristiani riconoscono come la guarigione per mezzo della Grazia Divina e la terapia Reiki è evidente anche nei termini di base utilizzati dai praticanti del Reiki per descrivere ciò che accade nella terapia Reiki, in particolare quello di "energia vitale universale". Né la Scrittura né la tradizione cristiana nel suo complesso parlano del mondo naturale basato sulla "energia vitale universale" che sarebbe soggetta alla manipolazione da parte del potere umano naturale di pensiero e di volontà. In realtà, questa visione del mondo ha la sua origine nelle religioni orientali. […] In termini di cura per la salute spirituale, vi sono importanti pericoli. Per utilizzare il Reiki si dovrebbe accettare almeno implicitamente gli elementi centrali della visione del mondo della teoria del Reiki, che non appartengono né alla fede cristiana, né alle scienze naturali. Senza una giustificazione dalla fede cristiana o dalle scienze naturali, tuttavia, un cattolico che pone la sua fiducia nel Reiki starebbe operando nell’ambito della superstizione, la terra di nessuno che non è né fede né scienza. La Superstizione corrompe l’unico culto a Dio ruotando attorno a un sentimentalismo religioso e indirizzando verso una falsa strada. Sebbene a volte le persone cadano nella superstizione per ignoranza, è responsabilità di tutti coloro che insegnano in nome della Chiesa l’eliminare tale ignoranza per quanto possibile. Poiché la terapia Reiki non è compatibile con la dottrina Cristiana e le prove scientifiche, sarebbe improprio per le istituzioni Cattoliche, come le strutture sanitarie Cattoliche, i centri di ritiro, o le persone che rappresentano la Chiesa, come i cappellani cattolici, promuovere o fornire sostegno alla terapia Reiki.”
(Conferenza Episcopale degli Stati “Linee guida per la valutazione di Reiki come terapia alternativa” 25 marzo 2009)